Collaborazioni,  Natura

Fine dell’inverno a Passo San Leonardo

È strano trovarsi a scrivere di un inverno mai iniziato quando la primavera già schiude i fiori sugli alberi di mandorlo.

L’ultima neve, un sottile velo di bianco sulle foglie cadute, si è rivelata soltanto in alta montagna. La prima di questo breve inverno e anche l’unica. Con le sue poche tracce sparse sul terreno come chiazze di glassa, sono apparsi più nitidi i colori della natura. I boschi rosati, il fondale tappezzato d’erba giallastra, i tronchi bruni, e le siepi rossastre.


In fondo al sentiero c’era un tholos di pietra, grigio e scurito dal muschio. Durante gli inverni passati la neve ricopriva queste costruzioni fino a renderle invisibili: collinette artificiali ammantate dal bianco. Oggi sono rimaste allo scoperto, silenziose e ferme nella luce cupa del tardo pomeriggio.  

Forse influenzati dalle ambientazioni dei film o dalle foto su Instagram, siamo abituati a pensare l’inverno con le tinte fredde del bianco e dell’argento, con i verdi scuri degli abeti e il rosso delle bacche. Ma il colore di questa stagione è stato l’ocra, misto di arancio ed oro sporco. Il colore della natura secca, asciutta, priva d’acqua; delle canne lungo le strade, brunite dal sole e asciugate dal vento; il colore delle foglie, congelate nel protendersi di un eterno autunno, a volte mai cadute e ancora tremolanti sui rami.

È un inverno ancora in parte autunno e in parte quasi primavera. Sarà così che dovremmo immaginarlo per i prossimi anni? Niente più candore, solo una natura giallo-bruna con chiazze di cristalli bianchi rappresi qua e là?


Ventinove anni e un nome insolito. Ho cominciato a scrivere storie poco più tardi di quando ho cominciato ad ascoltarle, prima da mia madre, poi da mia nonna, poi da chiunque ne avesse una da raccontare.

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