Novecento
-
La Guerra di Trincea: la vita al fronte e l’insensatezza della Prima Guerra Mondiale
Partirono in molti, animati da uno spirito di giusta rivalsa, da un senso di sopraffazione attesa e desiderata da tempo. Forse convinti che quella guerra fosse necessaria, inevitabile; forse convinti che sarebbe stata breve. Ma allo slancio iniziale si trasformò in dramma in poche settimane: nell’autunno del 1914 fu chiaro che quel conflitto, un conflitto nuovo, disastroso, fosse solo al primo atto. Cominciava così la Prima Guerra mondiale: una delle pagine più spaventose e incomprensibili della nostra storia recente. Quando nell’estate del 1914 la Germania dichiarò guerra alla Francia, trasformando quello che all’inizio era sembrato un conflitto nazionale, limitato al solo Impero Austro-Ungarico, in una guerra europea, l’idea comune era…
-
Chi erano i Peaky Blinders: epoca vittoriana e niente rasoi – La vera storia dietro la serie TV
Ben vestiti, alla moda, col berretto a punta calato sulla fronte, la serie della BBC, poi passata a Netflix, non ha mentito poi molto su di loro: i Peaky Blinders furono davvero una gang criminale attiva a Birmingham tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Ne ho parlato con Rossella Lorenzo, su YouTube Rose – Drama Storyteller, in questo video. Il gruppo era composto da giovani e giovanissimi e balzò all’attenzione delle autorità inglesi intorno al 1890, quando aggredì e ferì violentemente il signor George Eastwood, che abitava a Small Heath, nella zona sud-est della città. Un trafiletto comparso sulla stampa locale il 9 aprile di quell’anno parla infatti…
-
La fine dei Romanov: gli ultimi giorni della famiglia dello Zar
La storia di oggi comincia in un luogo che ormai da anni non esiste più, una casa che per qualche tempo qualcuno chiamò “La casa di destinazione speciale”. Era la residenza dell’ingegnere militare Nikolaj Nikolaevič Ipat’ev, il quale sulla fine di aprile del 1918 fu convocato dall’ufficio dei Soviet degli Urali con un solo e semplice scopo: abbandonare al più presto l’edificio, che di lì a qualche mese avrebbe ospitato una delle più brutali ed efferate esecuzioni del Novecento: quella della famiglia Romanov. I mesi della prigionia. Era la primavera del 1917 quando la Russia, fiaccata dalla guerra e sconvolta dalla carestia, rovesciava il sistema zarista, deponendo definitivamente la monarchia…
-
La Grande Depressione: la crisi del 1929, il crollo di Wall Street e il New Deal
Vi fu un tempo di scintillante euforia. Un mondo vivace, quasi frenetico, che rincorreva una ricchezza che sembrava eterna. Le automobili solcavano le strade, le case si riempivano di oggetti; come scandita dalle note del charleston, la modernità appariva bella ed allettante. Ma era un mondo destinato a finire, una fragile illusione pronta a scoppiare, come un’enorme bolla. In un mondo che usciva dalla Grande Guerra, ormai a più di dieci anni dalla fine del conflitto, tutto sembrava avviato verso un risanamento e un superamento dei traumi. Le grandi potenze mondiali stavano attraversando una fase di distensione e tutta l’economia occidentale era trainata dalla spettacolare espansione produttiva degli Stati Uniti,…
-
La controversa storia di Emily Davison: la suffragista che conquistò il diritto di voto per le donne
La storia di oggi inizia in un giorno di festa come tanti nell’Inghilterra della Belle Epoque. È il 4 giugno del 1913 e re Giorgio V sta assistendo alla corsa di cavalli nel Derby di Epsom. Tra la folla c’è una donna che scalpita, sgomita e spinge per arrivare in prima fila. Sembra solo una spettatrice più maleducata delle altre, ma improvvisamente, eludendo la sicurezza, si lancia sulla pista. Il purosangue del re, cavalcato da un fantino di nome Herbert Jones, sta passando in quello stesso istante; donna e cavallo si scontrano. L’evento per lei sarà fatale. Emily Davison, volto emblematico del movimento delle suffragette inglesi, è appena entrata…
-
Viaggio nei manicomi del passato: crudeltà, abusi e spaventose pseudo-cure
Oggi si chiamano “ospedali psichiatrici”, ma a lungo sono stati conosciuti come manicomi, riformatori o “asili per lunatici”. La storia dei manicomi del passato è drammatica e cruenta. Sin dal medioevo l’uomo ha sentito la necessità di isolare alcuni individui considerati strani, “anormali” e a tratti pericolosi. I primi esempio di “allontanamento” forzato – perché sempre di forzatamente avveniva – risalgono al medioevo, quando i “matti” si rinchiudevano nei monasteri o nelle torri. Per lungo tempo la custodia di questi individui fu delegata alle istituzioni ecclesiastiche, o alle parrocchie, e solo dopo il Settecento si cominciò a pensare ad ambienti speciali, regolati dagli enti statali. Nell’Ottocento, stati come l’Inghilterra e…
-
Uomini che distruggono statue: 3 spaventosi casi di iconoclastia nella Storia
Gli eventi degli ultimi giorni, tra America ed Europa, con la distruzione delle statue nelle piazze hanno indotto tutti – probabilmente anche voi – ad una riflessione: quanto la necessità di diffondere un pensiero giusto, egualitario e doveroso può essere legittimata ad eliminare i segni di ciò che ci ha preceduti? Quanto della nostra storia va accettato e conservato, e quanto invece rigettato a causa del messaggio negativo e sbagliato che porta con sé? Per parlarne ho pensato di tornare indietro di qualche tempo, a quando, in epoche diverse dalla nostra e per diverse rivendicazioni, altri uomini hanno attuato questo stesso tipo di protesta, abbattendo statue ed altri simboli di…
-
Rosa Parks: la donna che col suo rifiuto cambiò la storia dei diritti degli afroamericani
È il primo dicembre 1955. A Montgomery, in Alabama, una donna di colore sale sull’autobus 2657. È diretta a casa dopo una giornata di lavoro e prende posto in un sedile della fila centrale. Ma a poche fermate di distanza, con il pullman ormai pieno, il conducente le chiede di alzarsi per cedere il sedile ad un passeggero bianco. È il Codice della Città di Montgomery, che impone una separazione tra bianchi e neri anche sui mezzi di trasporto. Quattro persone afroamericane vengono obbligate ad alzarsi, ma una di loro si rifiuta di farlo: è Rosa Parks, la donna che con il suo gesto diede inizio alla battaglia non violenta…
-
Robert Capa: 3 foto che hanno fatto la storia
Robert Capa fu un fotografo ungherese, uno dei più importanti e famosi fotografi bellici della storia. Con i suoi scatti ha immortalato la guerra civile spagnola, la seconda guerra sino-giapponese, la guerra arabo-israeliana, la prima guerra d’Indocina e naturalmente la Seconda Guerra mondiale. Il suo vero nome era Endre Erno Friendmann. Ebreo di nascita, emigrato in Spagna come fotografo freelance, inventa lo pseudonimo quasi per gioco. Il marchio “Capa-Taro”, quest’ultimo il cognome della sua compagna che lavorava con lui, divenne molto famoso. Ma perché cambiare nome? I due pensarono che il vero nome di Friendmann fosse poco famigliare in Spagna e la loro fu una buona intuizione: i due riuscirono…