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Triste verità sulla colonna infame: chi erano davvero gli untori
Questa storia inizia in una Milano piovigginosa e buia, poco prima dell’alba, quando una donna, Caterina Rosa, si affaccia per caso ad una finestra e scorge in strada un uomo avvolto in una cappa nera, col cappello sugli occhi e un taccuino in mano. Sopra questo, affermerà lei in seguito, l’uomo pare scrivere e, procedendo rasente i muri, fiora le case una dietro l’altra. È «l’untore» della peste, l’uomo che nel 21 giugno 1630 si trovava sciaguratamente a passare, con la pioggia, sotto i cordoli dei tetti di Milano. Il primo a parlare della Colonna Infame fu Alessandro Manzoni. Scommetto che lo conoscete, perché pure contro voglia qualcuno vi avrà…
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Mary “Tifoide”: l’untore più famoso della storia
In tempi di epidemie, la narrazione è una delle attività umane che più di tutte allontana la paura. Senza scomodare Boccaccio e il suo Decameron, non c’è niente di meglio di una storia sulle malattie per farsi passare la paura. Valli a capire, questi esseri umani. Questa è la storia di un untore vero, un untore pericolosissimo perché ignaro prima, e insano poi. La portatrice “insana”. Mary Mallon nasce a Cookstown, in Irlanda, nel 1869. Ancora ragazzina, emigra negli Stati Uniti, alla maniera dei tantissimi che sbarcarono su quelle coste dalle colline irlandesi (e che nei film di Scorsese sono sempre gli antenati di Leonardo Di Caprio). Inizia molto presto…