Curiosità

Quattro bug temporali a cui forse non hai mai pensato

Il tempo è uno strano amico: a guardarlo a posteriori sembra essersi svolto esattamente come doveva svolgersi, eppure la linea temporale che siamo abituati a guardare sulle lavagne di scuola – dritta e non “circolare”, come diceva Zaratustra, con uno zero al centro e “avanti” e “dopo” Cristo a segnare le date “negative” e quelle “positive”, come una retta matematica – non è sempre stata così precisa come si potrebbe pensare.

O meglio, in effetti ha avuto la precisione della realtà, ma la percezione che hanno avuto gli esseri umani nel… tempo (ehm, sì) ha subito variazioni e qualche volta scossoni improvvisi, che l’hanno resa non proprio perfetta e qualche volta anche sballata e complicata.

Ci sono stati giorni cancellati e date inesistenti, oltre modi dire errati che hanno cambiato il nostro modo di immaginarlo, il tempo. Ci sono stati anche momenti che in effetti non si sono mai svolti. Tempo che è passato e non è passato, che è esistito solo nella nostra idea del passato (o forse solo nella realtà del presente!).

Eccone alcuni esempi…

L’Anno Zero.

Cos’è successo in questo fantomatico anno?

Nulla, proprio nulla, perché l’anno zero in realtà non esiste!

Anche se siamo abituati a calcolare il tempo sulla linea del tempo, che è divisa precisamente a metà dall’anno zero, quel numero – lo zero – è solo una convenzione: si passa infatti dall’anno 1 a. C. all’anno 1 d. C., dal momento che lo zero, come numero, venne introdotto in Europa solo nel 1202.

È lecito allora chiedersi: se Gesù non è nato nell’anno 0, come abbiamo imparato a dire, quando è nato? Non vale la risposta: non è nato, perché che lo riteniate o no figlio di uno importante, resta comunque un personaggio storico. Dunque quando è nato? Probabilmente tra il 7 e l’1 a. C. – la data non è certa perché è successo un sacco di tempo fa – qualche anno prima della morte di Erode il Grande, colui che ordinò la strage degli innocenti, che secondo il vangelo sarebbe avvenuta nel 4 a. C.

Il nuovo millennio.

È cominciato nel 2000, vero? No, proprio no!

Anche se a capodanno di quell’anno spararono più fuochi d’artificio che mai e tutti non facevano che ripetere che il vecchio millennio era finito. In realtà il nuovo millennio, quello in cui viviamo, e cioè il terzo millennio, è iniziato nel 2001 e si concluderà nel 3000. Allo stesso modo il secondo millennio, quello precedente, era iniziato nel 1001 e si era concluso nel 2000.

Il computo degli anni viene fatto, infatti, sempre a partire dall’anno con l’1 e si conclude con l’anno con lo 0. Quindi il primo anno del XX secolo non era il 1900 ma il 1901 e per la stessa ragione il 1990 era l’ultimo anno degli anni ’80, così come il 1980 non fa parte degli anni ’80 ma ancora dei Settanta.

Dieci giorni depennati.

Cos’è successo tra il 5 al 14 ottobre 1582?

Niente, assolutamente niente, perché quei giorni nella realtà non sono mai esistiti!

Era il 4 ottobre e il giorno dopo era il 15. Non sto scherzando, infatti se risalite indietro col calendario del vostro smartphone a quelle date, scoprirete che non ci sono. Perché?

Perché il 15 ottobre del 1582 in Italia e in altri paesi d’Europa entrò in vigore il Calendario Gregoriano, che è lo stesso che usiamo tuttora, il quale andò a sostituire il Calendario Giuliano, che era stato introdotto da Giulio Cesare nel 46 a. C. ed era rimasto in vigore per oltre 1500 anni.

Per essere così antico, il Calendario Giuliano era davvero molto preciso, ma aveva comunque un margine di errore di 11 minuti tra il tempo reale (quello della terra che gira intorno al sole) e quello calcolato. 11 minuti non erano molti, ma dopo 128 anni sono diventati un giorno e dopo più di mille anni 10 giorni. 10 giorni in meno. Così quando arrivò il 4 ottobre del 1582, non avrebbe dovuto essere il 4 ma il 14. Per rimettere a posto le datazioni, e cioè per far combaciare il tempo reale con quello calcolato, fu necessario eliminare dalla storia quei 10 giorni mancanti.

Il solstizio di Santa Lucia.

La notte di Santa Lucia è veramente la notte più lunga che ci sia? No, non lo è!

La notte più lunga dell’anno è quella a ridosso del solstizio d’inverno, e cioè quella tra il 21 e il 22 dicembre. Ma perché allora è entrato nell’uso questo detto? È solo una questione di rime?

No, è una questione di calendari. A causa del Calendario Giuliano, rimasto in vigore fino al 1582, lo scarto dei giorni aveva creato intorno al Cinquecento una discrepanza tra il vero giorno più lungo dell’anno e la data che lo indicava. Ricordate quegli 11 minuti che si perdevano ogni anno perché il Calendario Giuliano non era perfettamente preciso?

Ebbene, 11 minuti in un anno sembrano pochi, ma dopo 128 anni diventano un giorno e dopo mille più di dieci! Ecco allora che prima sulla soglia del Cinquecento, con 10 giorni in meno sul calendario, la notte del solstizio d’inverno, la più lunga dell’anno, cominciò a cadere non più tra il 21 e il 22 dicembre, ma una decina di giorni prima: intorno alla festa di Santa Lucia, il 13 dicembre, che così divenne la «più lunga che ci sia».

Sono passati quasi 500 anni, ma come vedete i detti sono veramente duri a morire!


Fonti:

https://it.wikipedia.org/wiki/Anno_zero

E. Baldini, G. Bellosi, Tenebroso Natale. Il lato oscuro della grande festa.

https://it.wikipedia.org/wiki/Calendario_gregoriano

https://it.wikipedia.org/wiki/Calendario_giuliano

Ventinove anni e un nome insolito. Ho cominciato a scrivere storie poco più tardi di quando ho cominciato ad ascoltarle, prima da mia madre, poi da mia nonna, poi da chiunque ne avesse una da raccontare.

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