Mitologia

Tre animali fantastici di Harry Potter nella mitologia greca

Oggi torneremo a parlare di tematiche fantastiche, a metà tra il nostro mondo e quello antico. Lo spunto nasce dalla “rilettura” della saga di Harry Potter, che, pur trattandosi di un libro per ragazzi, si presta davvero molto bene ad analizzare tematiche di questo tipo. 

Non tutti gli elementi fantastici della saga sono infatti un’invenzione dell’autrice: al contrario, molto spesso la Rowling ha assorbito e fatto propri miti, tradizioni e credenze provenienti da tempi e luoghi anche molto distanti tra loro, che di volta in volta ha reinterpretato a seconda delle esigenze. È il caso ad esempio di molti degli animali fantastici che Harry incontra nel corso della storia. Alcuni sono, per così dire “originali”, ma non tutti

Fuffy.

Nel capitolo 9 di Harry Potter e la Pietra Filosofale, Harry e i suoi amici giungono nel misterioso corridoio proibito al terzo piano e si trovano davanti un essere spaventoso:

«Stavano fissando dritto negli occhi un cane mostruoso, un bestione che riempiva tutto lo spazio tra il soffitto e il pavimento. Aveva tre teste. Tre paia di occhi roteanti, lo sguardo fosse; tre nasi che si contraevano e vibravano nella loro direzione; tre bocche sbavanti, con la saliva che pendeva come tante funi viscide dalle zanne giallastre.»

Con tutta la naturalezza del mondo, il mondo magico di Hogwarts del resto, la Rowling ci presenta un cane a tre teste. Ce lo presenta quasi come una “specie” animale, una razza di cane, che tutto sommato si distingue dalle altre solo per avere… tre teste. Ma prima di giungere nelle grazie di Hagrid, questo animale insolito viveva nel mondo mitologico greco, dove non era solo una razza canina, bensì un vero e proprio mostro, dotato di una sua unicità e di un suo ruolo specifico. Il suo nome era Cerbero e stava di guardia all’Ade, il regno dell’oltretomba. Sulla soglia del mondo di sotto, Cerbero impediva l’accesso ai mortali, spaventando gli incauti viaggiatori coi suoi latrati abominevoli.

Non un cane a tre teste dunque, ma il cane a tre teste. Al di là del nome, che è stato chiaramente oscurato, Cerbero e Fuffy hanno molto in comune: tre teste, tre bocche e tre paia di occhi; sono in entrambi i casi descritti come un grosso mastino mostruoso e, checché ne dica Hagrid, dal carattere aggressivo. Non solo: entrambi sono di guardia a qualcosa di oscuro, che è precluso ai “comuni mortali”

Digital Capture

Quando Harry e gli amici vanno ad affrontare Fuffy, portano con loro un flauto: hanno infatti scoperto che il cane si addormenta facilmente con la musica, tanto che ad Harry basta suonare qualche nota che «le palpebre del cagnone cominciarono a socchiudersi» e «alla fine crollò a terra, profondamente addormentato».

Si potrebbe pensare che questo sia un escamotage inventato dalla Rowling, ma non è così. Anche Cerbero, come Fuffy, ha un debole per la musica. Il mito ci racconta infatti che Orfeo, uno dei più abili cantori dell’antichità, fosse giunto sulla soglia dell’Ade per salvare dalla morte prematura la sua amata Euridice. Fu Orfeo a dare l’esempio per la ninnananna di Fuffy: l’uomo portò con sé una lira e la suonò con tale grazia che Cerbero si addormentò, lasciandolo passare. Non sarà del resto un caso che nel 16° capitolo di Harry Potter, Raptor abbia superato l’ostacolo del cane a tre teste addormentandolo con un’arpa, uno strumento musicale piuttosto simile alla lira di Orfeo

In un libro per ragazzi qual è Harry Potter, Cerbero è stato ovviamente accettato solo come “creatura materiale”, privata cioè di ogni simbolismo di cui invece la mitologia greca lo caricava. Nell’antichità infatti le tre teste di Cerbero rappresentavano il tempo: passato, presente e futuro, perché come il tempo divorano ogni cosa. Solo le imprese eroiche sono in grado di abbattere questo mostro, imprese eroiche come quella Orfeo o anche come quella di Ercole, che sconfigge Cerbero nella sua dodicesima fatica, perché solo le azioni eroiche sopravvivono al tempo, quando gli uomini ne sono invece divorati. 

Vale la pena di ricordare che il “cane a tre teste” Cerbero era famosissimo prima già che il film di Harry Potter ne “congelasse” le fattezze: il mito giunse infatti al mondo medievale e Dante Alighieri lo inserì nella Divina Commedia, dove con le sue tre teste e le sue bocche latranti Cerbero è di guardia al girone dei golosi, qui molto più “antropomorfo” che animale, con barbe e occhi demoniaci che erano decisamente troppo oscuri e malvagi per entrare nei corridoi di Hogwarts.

Fiorenzo e gli altri centauri.

Rimanendo in Harry Potter e la pietra filosofale, giungiamo all’episodio in cui Harry, Hagrid ed Hermione si recano nella Foresta Proibita ad indagare sulla morte di un unicorno. È qui che per la prima volta i ragazzi fanno la conoscenza di un centauro, strana creatura che la Rowling descrive in questo modo: «Fino alla cintola era un uomo, con barba e capelli rossi, ma dalla vita in giù aveva un corpo di cavallo di un bel castano, con una lunga coda rossastra». 

Il suo nome è Ronan e non è l’unico centauro a comparire nella saga. In Harry Potter e l’ordine della fenice, un secondo centauro, Fiorenzo, diventa il professore di Divinazione al posto della Cooman.

In entrambe le occasioni, l’autrice sottolinea quanto i centauri siano esseri riflessivi e pacifici «sempre lì che guardano le stelle», come dice Hagrid, e sempre «per fatti loro»: creature quindi profonde, che «sanno un sacco di cose», anche se non sono dei gran chiacchieroni. 

Come Cerbero, anche i centauri hanno origine nella mitologia greca, ma forse vi sorprenderà scoprire che il loro contegno “sobrio” non è altro che un’invenzione della Rowling. Pur restando individui col busto di uomo e il corpo di cavallo, i centauri del mito sono una popolazione barbara, violenta, lussuriosa e sempre dedita al bere e alle violenze di gruppo. Erano alle origini per così dire… grandi fan del dio Dioniso, e questo vuol dire che bevevano come spugne. Erano litigiosi e attaccabrighe, e si racconta che alcuni di loro fossero stati cacciati dalla Tessaglia per aver tentato di rapire e profanare la sposa del re dei lapiti nel giorno delle nozze

Chirone fu l’unico centauro del mito a presentare un carattere virtuoso: maestro ed educatore di grandi eroi, come Ercole, Achille e Giasone, Chirone era rinomato per la saggezza e per il senso di giustizia, oltre ad essere un grande esperto di medicina. Forse fu questo il personaggio a cui la Rowling si ispirò per creare i suoi centauri. Del resto, secondo la visione antica, in quanto uomini per metà i centauri erano il simbolo portato alle estreme conseguenze di tutti i pregi e i difetti del genere umano. 

A tal proposito lasciatemi aggiungere due curiosità: un esempio di centauro violento si trova, a dispetto delle solite storie edulcorate, nel film della Disney Hercules, nell’episodio in cui il protagonista incontra Meg. Si tratta di un personaggio vero del mito di Ercole: Nesso, il quale fu proprio la causa della morte del grande eroe.

La seconda curiosità è più che altro una critica personale rivolta alla nuova traduzione dei libri di Harry Potter, che ho consultato proprio per scrivere questo video: nella nuova versione il nome del famoso Fiorenzo è stato cambiato in Firenze. Sono senza parole. 

Okay, sarà anche il nome originale. Ma… esprimetemi la vostra solidarietà se anche a voi si è spezzato il cuore. 

La sfinge. 

Concludiamo con un animale fantastico che forse alcuni di voi avranno dimenticato, perché non è stato incluso nei film. Siamo nel libro Harry Potter e il calice di fuoco e il protagonista sta affrontando l’ultima prova del Torneo Tre Maghi, quando nel labirinto davanti a lui scorge uno strano essere:

«Era una sfinge. Aveva il corpo di un leone molto grosso, enormi zampe dotate di artigli e una lunga coda giallastra che terminava con un ciuffo marrone. La testa, invece, era di donna.»

La Rowling descrive la sfinge che va avanti e indietro nel labirinto, sbarrando ad Harry la strada, e quando lui le chiede di lasciarlo passare lei gli propone un enigma. Solo se il ragazzo sarà in grado di rispondere correttamente, la sfinge lo farà passare. 

Siamo ancora una volta davanti a quella che sembra la “razza” di una qualche strana bestia, e non di un personaggio dotato di una sua propria unicità, come invece la Sfinge doveva apparire nel mondo greco. La Sfinge compare per la prima volta nel mito di Edipo, uno dei più famosi cicli della mitologia antica: è anche qui decritta come un mostro col corpo leonino e il volto di donna.

Come la sfinge di Harry Potter è di guardia ad una parte del labirinto ed ostacola i maghi del torneo, proponendo loro indovinelli, la Sfinge del mito è di guardia all’ingresso della città di Tebe e qui pone indovinelli ai viaggiatori, strangolando o divorando tutti coloro che rispondono in modo errato. 

Il mito narra che il re di Tebe avesse promesso in sposa sua sorella Giocasta a chiunque fosse in grado di uccidere la Sfinge. Edipo, protagonista della storia, giunge come Harry al cospetto del mostro e quest’ultimo gli rivolge, almeno secondo una delle versioni, un indovinello destinato a diventare molto famoso:

Chi pur avendo una sola voce, si trasforma in quadrupede, bipede e tripede?

E cioè… quale animale al mattino ha quattro zampe, al pomeriggio due e alla sera tre?

Scommetto che conoscete già la risposta. 

L’indovinello che Harry risolve è ben diverso e diversa è anche la reazione della sfinge: se nella saga la grossa leonessa-donna si fa da parte per lasciarlo passare, la Sfinge di Edipo esce di scena in modo assai più plateale. Secondo una versione di suicida, gettandosi dalla rupe su cui ha vissuto fino a quel momento, secondo una seconda si auto-mangia, quasi per una strana legge del contrappasso dal sapore decisamente splatter.

Probabilmente il mito greco ereditò la Sfinge dalla cultura egizia, dov’era diffusa la credenza che monumenti di pietra, raffiguranti mostri dal corpo leonino o canino e dal volto umano, proteggessero le piramidi dei grandi faraoni e augurassero loro una serena vita nel mondo dell’aldilà. Per questa ragione, gli Egizi costruivano le Sfingi accanto alle piramidi, sagomando le loro facce secondo l’aspetto del faraone defunto. Almeno al principio, infatti, il volto della Sfinge non era femminile ma maschile, e fu solo in un secondo momento, in associazione con la dea leonessa Sekhmet, che la Sfinge divenne un mostro dal volto di donna. 


Fonti:

J. K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale.

J. K. Rowling, Harry Potter e il Calice di Fuoco.

J. K. Rowling, Harry Potter e l’Ordine della Fenice.

A. Z. Kronkez, E. Kronzek, Manuale per apprendisti maghi

D. Alighieri, Divina Commedia, Inferno VI vv. 12-33.

https://it.wikipedia.org/wiki/Creature_magiche_di_Harry_Potter

https://it.wikipedia.org/wiki/Cerbero

https://it.wikipedia.org/wiki/Centauro

https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=sfinge

https://it.wikipedia.org/wiki/Enigma_della_sfinge

Soprattutto scrivo. Sto scrivendo un romanzo e mi diverto a raccontare miti, leggende e curiosità storiche. Nella vita reale insegno Italiano e Storia nella scuola superiore.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!