Età Moderna

La caccia alle streghe nell’Età moderna: procedure, cause ed interpretazioni.

Se sono esistiti nel passato momenti di terrore e violenza verso persone innocenti, ritenute ingiustamente responsabili di gravi problemi comuni, uno dei più oscuri, più spaventosi e anche più tristemente nota è senz’altro quello della caccia alle streghe, che funestò l’Europa e le Colonie Americane tra il XV e il XVIII secolo, provocando almeno 40.000 vittime, in maggioranza donne.

Ma di cosa si trattava esattamente? Quali ne furono le ragioni? Ed esistono ancora oggi nel mondo persecuzioni dello stesso genere?

Diversamente da quello che molti potrebbero pensare, la caccia alle streghe non fu un fatto medievale. Almeno fino al XIII secolo, infatti, la dottrina cristiana dominante negava l’esistenza delle streghe e della stregoneria, condannandola come una superstizione pagana (riferimento al libro del X secolo Canon Episcopi).

Questo sistema entrò in crisi già a partire dal Duecento. In una bolla papale, nota col nome di Vox in Rama, Gregorio IX nel 1233 condannò per la prima volta i seguaci del maligno, i luciferiani, definendo alcuni tratti degli eretici che già anticipavano i concetti di strega e stregoneria. Qui era nominato ad esempio l’ignobile “bacio infame” e si menzionava il rituale del sabba, svolto alla presenza del Signore delle Tenebre. Si hanno notizie in questi stessi anni del primo processo ad una strega e del primo rogo, svoltosi probabilmente a Tolosa nel 1275.

Ma fu solo nel Quattrocento, con la pubblicazione di testi come il Formicarius e il Malleus Maleficarum, e con una serie di persecuzioni avvenute a Valais, che il problema cominciò a diffondersi in tutta Europa, richiedendo per la prima volta una soluzione sistematica.

La persecuzione di Valais.

Prima che il fenomeno si diffondesse in tutta Europa, una serie di processi contro le streghe si svolse a Valais, nell’attuale Svizzera, tra il 1428 e il 1447. Il numero delle vittime è oggi ignoto, ma si calcola che almeno trecento persone, tra uomini e donne, vennero uccise. Si trattò di un fenomeno d’isteria collettiva: il territorio era politicamente molto instabile e sconvolto da guerre civili. Partendo dalla bassa Valais di lingua francese, cominciò una ricerca spietata di colpevoli e praticanti di stregoneria, che rapidamente si espanse in tutta la regione. Chiunque veniva accusato da più di tre persone, poteva essere imprigionato e torturato: chi confessava veniva bruciato sul rogo come eretico.

Le accuse erano diverse: si andava dal volo notturno, al saccheggio e all’avvelenamento delle scorte alimentari, alla licantropia, all’invisibilità causata da erbe magiche. Streghe e stregoni erano ritenuti colpevoli di cannibalismo verso gli infanti, di maledizione, di cospirazione contro la cristianità, e naturalmente di alleanza col diavolo. Dalle poche fonti che conosciamo in merito sappiamo che i condannati venivano crocifissi o messi sul rogo, ma non mancavano decapitazioni e torture fino alla morte.

Conosciamo l’evento grazie ad una sola fonte del tempo, e per questo molti suoi aspetti ci restano oscuri. Quel che sappiamo è che tra i condannati vi furono sia uomini sia donne, perlopiù paesani e di età disparate. Probabilmente le persecuzioni di Valais funzionarono come esempio per tutti i secoli a venire, e dal momento in cui le autorità ecclesiastiche diedero importanza al problema, la caccia alle streghe cominciò a diffondersi rapidamente nei territori germanici, raggiungendo in meno di un secolo la Francia, l’Inghilterra e la Scandinavia, e a partire dal Seicento le colonie americane e vari altri luoghi d’Europa.

La legalizzazione delle persecuzioni.

Nel 1484 con la bolla pontificia Summis desiderantes affectibus, Papa Innocenzo VIII affermò la necessità di sopprimere le eresie e la stregoneria nei territori germanici, e in particolare nelle citta di Magonza, Colonia, Treviri, Salisburgo e Brema.

«È recentemente giunto alle nostre orecchie […] che in alcune regioni dell’alta Germania […] molte persone di entrambi i sessi […] rinnegando la fede cattolica […] si sono abbandonate a demoni maschi e femmine, e che, a causa dei loro incantesimi […] e altre pratiche abominevoli […] hanno causato la rovina propria, della loro prole, degli animali, e dei prodotti della terra […] così come di uomini e donne, delle greggi e delle mandrie […] che essi hanno tormentato e torturato, infliggendo orribili dolori e angosce […] impedendo agli uomini di procreare e alle donne di concepire […]».

Enciclica Summis desiderantes affectibus.

L’enciclica fu scritta in risposta agli inquisitori del luogo, Heinrich Kramer e Jacob Sprenger, che chiedevano al papa un appoggio e una legittimazione del proprio operato. Innocenzo VIII concesse loro di procedere «alla correzione, all’imprigionamento e alla punizione» di queste persone, e garantì loro una protezione, contro le autorità locali che invece reputavano i metodi di Kramer e Sprenger troppo violenti.

A distanza di pochi anni, nel 1486, i due pubblicarono il più importante e controverso testo sull’argomento: il Malleus Maleficarum, conosciuto anche come Il martello delle streghe: una sorta di manuale che non soltanto giustificava la pratica della persecuzione contro le presunte streghe, ma ne incoraggiava l’eliminazione.

Il successo del libro fu straordinario: a Magonza, dove pochi anni prima era stata inventata la stampa a caratteri mobili, il Malleus Maleficarum venne pubblicato e ristampato innumerevoli volte e questo contribuì a diffonderlo in tutti i territori di lingua tedesca, propagando i modi, i metodi e le soluzioni da adottare. In apertura al libro fu inserita l’enciclica papale, che decretava ufficialmente il cambio di posizione della Chiesa in merito alla stregoneria: si passò dal considerare un’eresia l’atto di crederla vera, al ritenere la stregoneria stessa reale, e in questo modo la sua persecuzione ottenne una legittimità.

Gli anni della caccia alle streghe.

Dopo qualche tempo di assestamento, la caccia alle streghe conobbe un periodo si crescita esponenziale, che raggiunse il picco tra il 1560 e il 1630. In questi anni, moltissime persone vennero processate e giustiziate in esecuzioni sommarie sparse in tutta Europa.

Tra le peggiori, si registrarono i processi di Trier (1581-1593), Fulda (1603-1606), Würzburg (1626-1631) e Bamberg (1626-1631), avvenute tutte tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento in Germania; un grande processo si ebbe sul finire del Cinquecento a North Berwick (1590), in Scozia, dove re Giacomo VI arrivò a credere che le streghe volessero ucciderlo. Nel Seicento spietate ondate inquisitorie raggiunsero i territori baschi, la Svezia, e naturalmente le colonie americane, dove tra il 1692-1693 si svolse il famoso processo di Salem. Non mancarono casi in Italia, dove la caccia alle streghe si concentrò soprattutto nelle regioni alpine, in Sicilia, in Liguria e in Val Camonica.  

Ogni movimento si sviluppò autonomamente, senza far capo ad un’unica autorità centrale, seguendo però uno schema che si ripeteva sempre allo stesso modo: una comunità veniva a trovarsi, per qualche ragione, in una situazione di grave difficoltà, come poteva esserlo una guerra civile o un raccolto andato a male; in certi casi accadevano eventi strani o inquietanti, come la nascita di bambini morti o la morte di animali domestici; tutto ciò che non poteva essere spiegato con gli  strumenti umani del tempo veniva imputato alle streghe. Le persone iniziavano a sospettare le une delle altre e finivano per accusarsi a vicenda. Se il problema persisteva, la violenza chiamava nuova violenza e decine, a volte centinaia d’innocenti venivano incolpati e poi processati.

I metodi impiegati erano spietati e ingiusti: gli accusati erano imprigionati e sottoposti a torture per estorcere loro false confessioni e nomi di altri possibili colpevoli: li si sottoponeva a privazioni di sonno, umiliazioni sessuali e fustigazioni.

La tortura in molti casi fungeva da “selezione” per gli innocenti: chi riusciva a sopravviverle era considerato sotto la protezione divina e poteva essere rilasciato. Troppe volte però, anche solo per arrestare il supplizio, gli accusati finivano per confessare cose non vere o per accusare a loro volta altri innocenti, e in questo modo gli arresti aumentavano e i processi andavano avanti anche per anni.

Ai colpevoli erano riservate punizioni disparate, che andavano dall’esilio al pagamento di multe alla pena capitale. Le più gravi forme di stregoneria erano punite con l’impiccagione, la decapitazione o con la morte sul rogo. Nessuna di queste condanne era emessa direttamente dalla Chiesa: erano le autorità locali a gestire i processi e ad emanare le pene.

Illustration showing a woman executed by hanging, for the practice of witchcraft, 1692. Published in ‘A Pictorial History of the United States’, 1845. (Photo by Interim Archives/Getty Images)

Non è facile stabilire il numero reale delle vittime: le cifre ufficiali oscillano tra le quaranta e le sessantamila persone, ma tra questi numeri non sarebbero calcolati molti decessi per linciaggio o per le condizioni precarie in cui i sospettati erano tenuti. Studi recenti hanno avanzato l’ipotesi che i decessi totali ammonterebbe ad oltre centomila.

L’identikit degli accusati.

Quasi sempre le vittime erano individui scomodi, subalterni e socialmente problematici. Molte streghe erano donne sole, spesso anziane, che vivevano ai margini della società. Chi conduceva una vita isolata era spesso preso di mira, come lo era chi si comportava in modo strano o poco convenzionale, o chi riscuoteva un improvviso e ingiustificabile successo in qualche affare. Tutto ciò che provocava sospetto poteva essere interpretato come opera del diavolo.

Dal momento che le comunità del tempo vivevano principalmente di agricoltura e allevamento, una delle accuse più gravi era che le streghe rovinassero il raccolto o provocassero la morte degli animali da cortile; la morte prematura dei bambini era considerata opera loro. Si diceva che le streghe partecipassero ai sabba e fornicassero col demonio, che fossero in grado di scagliare maledizioni sulle persone, di preparare filtri d’amore e di ostacolare la fecondità altrui.

Benché tra gli accusati vi furono numerosi uomini, la stregoneria fu a lungo considerata una prerogativa femminile. Già Kramer, nel suo Malleus Maleficarum, fa riferimento in modo quasi esclusivo alle donne, che reputa tentatrici e ingannatrici, naturalmente più inclini alla seduzione delle tenebre. L’immagine della donna come “essere imperfetto” e seduttore si era del resto già formata sul finire del medioevo, col venir meno dell’idea cavalleresca della donna angelo. In società fortemente regolate da un potere maschile, sia politico sia religioso, una donna, soprattutto se sola, e cioè priva del controllo e della sottomissione di un uomo, era un soggetto instabile e pericoloso, ma al tempo stesso debole e troppo facilmente eliminabile.

Cause ed interpretazioni.

La caccia alle streghe fu un movimento frastagliato e diversificato: con questo macro-nome si è infatti soliti riassumere un lasso di tempo luogo e complesso, durante il quale si presentarono focolai sparsi, diversi tra loro per modalità, per cause e anche per durata. Non ti tutti i paesi ne furono colpiti allo stesso modo: particolarmente imponente fu la sua diffusione nei territori del Sacro Romano Impero, mentre l’Italia, ad esempio, ne rimase perlopiù estranea. I processi potevano provocare morti e violenze in una comunità, senza che questa “contagiasse” necessariamente le comunità vicine.

Senz’altro le sue cause più evidenti furono quelle di ordine socio-politico: l’instabilità amministrativa di certi luoghi, i tumulti sociali, i problemi legati ai disastri ambientali, alle guerre, alle malattie o alla fame furono solo alcune delle possibili ragioni. Alcuni pensano che anche i cambiamenti climatici in atto tra il XVI e il XIX secolo (la “piccola età glaciale”) abbiano avuto in questo una loro parte: il precipitare delle temperature e l’intensificarsi di perturbazioni violente potrebbero aver causato danni ai raccolti, fatto di cui le streghe erano spesso ritenute responsabili. Non è infatti un caso che tra i capi d’accusa loro rivolti c’era anche la capacità di controllare gli agenti atmosferici.

L’età moderna fu poi un momento di grandi cambiamenti sociali, dovuti anche alle scoperte geografiche e alle guerre di religione: aspetti che in un modo o nell’altro potrebbero aver complicato una situazione già di per sé difficile. Il picco della caccia alle streghe si ebbe infatti proprio in concomitanza con la Riforma protestante e con la successiva Controriforma, negli stessi anni in cui gli europei si spingevano a conquistare i territori americani. L’unità religiosa che aveva caratterizzato l’Europa fino a quel momento venne meno e così collassarono tutte le precedenti certezze: si sentì allora il bisogno di ricercare un colpevole tra i vari “diversi”, fossero questi protestanti, luterani, calvinisti o streghe.

La fine della caccia alle streghe.  

Dopo il 1750, rimasero in Europa sporadici casi di processi contro la stregoneria, ma va detto che questi non cessarono mai del tutto. La caccia alle streghe, con modalità diverse dal passato, esiste tuttora in alcuni territori dell’Africa Sub-Sahariana e in Asia. Fino alla fine dello scorso secolo, si sono registrati casi di violenza o aggressioni in Russia; in Tanzania dal 2005 al 2011 circa 500 persone l’anno sono state linciate per sospetto di stregoneria.

Anche per questo non è sufficiente parlare solo di cause storiche o socio-politiche. Secondo numerosi studiosi infatti la caccia alle streghe avrebbe ragioni antropologiche più profonde e complesse, legate alla necessità di una classe dominante di riaffermare il proprio potere, o al bisogno istintivo dell’uomo di ricercare un capro espiatorio ai problemi, alle paure e alle difficoltà di un’intera comunità.

Solo così si potrebbero giustificare eventi simili avvenuti in tempi, in luoghi, e situazioni sociali ben diverse tra loro.


Fonti:

C. Tuczay, Esoterismo e magia nel medioevo.

Medioevo dossier (rivista), Marzo 2020, pag. 30.

https://ed.ted.com/lessons/ugly-history-witch-hunts-brian-a-pavlac

https://en.wikipedia.org/wiki/Witch_trials_in_the_early_modern_period

https://en.wikipedia.org/wiki/Witch-hunt

https://en.wikipedia.org/wiki/European_witchcraft#History

https://en.wikipedia.org/wiki/Formicarius

https://it.wikipedia.org/wiki/Canon_episcopi

https://en.wikipedia.org/wiki/Valais_witch_trials

http://www.self.gutenberg.org/articles/Valais_witch_trials

http://www.treccani.it/enciclopedia/stregoneria/

http://web.mclink.it/MH0077/LeStagionidellaFollia/stagioni%202/Rossi_stregoneria_4.htm

https://en.wikipedia.org/wiki/Vox_in_Rama

http://www.treccani.it/enciclopedia/luciferiani_%28Enciclopedia-Italiana%29/

https://it.wikipedia.org/wiki/Summis_desiderantes_affectibus

https://link.springer.com/article/10.1023/A:1005554519604

http://www.treccani.it/enciclopedia/glaciazione/

https://www.huffpost.com/entry/tanzania-witchcraft-3000-lynchings-witches_n_1553448?guccounter=1&guce_referrer=aHR0cHM6Ly9lbi53aWtpcGVkaWEub3JnL3dpa2kvV2l0Y2hfdHJpYWxzX2luX3RoZV9lYXJseV9tb2Rlcm5fcGVyaW9k&guce_referrer_sig=AQAAAKEI4jO0v9HnGlnmxlD7uV78AesVfu7vpfUpj-j4kHqHmVxv2RDqs5R342busPYCLjLcsIn4b9EcUEcfzwmUhSs1oOude3FvdQNG7dojo0HDuyEfbqfbn8BwSROFd7VqUdgWKfwjICXg7qvFBb_4Wt-th-iQh5rZ0IA26YfyPPZn

Ventinove anni e un nome insolito. Ho cominciato a scrivere storie poco più tardi di quando ho cominciato ad ascoltarle, prima da mia madre, poi da mia nonna, poi da chiunque ne avesse una da raccontare.

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